Ercole e Caco

Hercules, postquam Geryoni boves mira pulchritudine surripuit, per Alpes in Italiam descendit et in Latium pervenit, ubi Evander rex eum benigne accepit. Tum prope Tiberim constitit, ubi armentum pabulo refecit: et enim fluminis ripae herba virgultisque abundabant. Incolebat eum locum pastor eximia magnitudine corporis, Cacus nomine, qui (che, nom.) rapinis vivebat et incolas terrebat. Gigas in spelonca nocte clam penetravit ubi Hercules, itinere ac laboribus fessus, dormiebat et furtum boum fecit. Cum prima luce surrexit, Hercules gregem oculis perlustravit neque ullos boves vidit. At deus fraudem comperit quia boves repente mugiverunt. Tum Hercules iratus sine mora comprehendit necavitque furem et cum bobus suis iter suscepit.

Ercole, dopo che rubò i buoi di straordinaria bellezza di Gerione, scese in Italia attraverso le Alpi e giunse nel Lazio, dove il re Evandro lo accolse benevolmente. Allora si stabilì vicino al Tevere, dove ristorò il gregge con del foraggio: infatti le rive del fiume abbondavano di erba e di cespugli. Abitava quel luogo un pastore di straordinaria grandezza fisica, di nome Caco, che viveva di rapine e terrorizzava gli abitanti. Il gigante di notte penetrò di nascosto nella caverna dove Ercole, stanco per il viaggio e le fatiche, dormiva stanco e commise un furto di buoi. Quando sul far del giorno si alzò, Ercole perlustrò con gli occhi il gregge e non vide nessun bue. Ma il dio scoprì l’inganno poiché i buoi improvvisamente muggirono. Allora Ercole, adirato, senza indugio catturò ed uccise il ladro e intraprese il viaggio coi suoi buoi.