Forte a parole

Duo milites in latronem inciderunt, unus profugit, alter autem restitit et vindicavit sese forti dextera. Postquam latro interfectus erat, timidus comes accurrit, strinxit gladium, deinde reiecit paenulam et dixit: «Cede mihi illum latronem; sentiat ille milites quos adtemptavit». Tunc is qui depugnaverat asperis verbis respondit: «Nullo modo adiuvisti me sed, ut latronem aspexisti, fugisti. Nunc conde ferrum et linguam pariter futilem! Cupis fallere alios verum ignorantes: poteris id facere. Ego, qui verum cognosco, scio te fugisse statim neque remeavisse priusquam latro occisus est. Virtus tua ne credatur!». Haec narratio adsignetur illi qui re secunda fortis est, re dubia fugax.

Fedro

Due soldati si imbatterono in un brigante, uno fuggì, l’altro invece fece resistenza e si difese con la forte destra. Dopo che il brigante era stato ucciso, il pavido compagno accorse, sguainò la spada, poi gettò indietro il mantello e disse: «Dammi quel brigante; provi i soldati che ha aggredito». Allora colui che aveva combattuto rispose con parole dure: «Non mi hai aiutato in nessun modo ma, come hai visto il brigante, sei fuggito. Ora riponi la spada e allo stesso modo l’inutile lingua! Vuoi ingannare gli altri che ignorano la verità: potrai farlo. Io, che conosco la verità, so che sei fuggito subito e che non sei tornato prima che il brigante è stato ucciso. Non sia creduto il tuo valore!». Questo racconto sia applicato a colui che è forte in una circostanza favorevole, vile in una rischiosa.