I pastori e la luna

Olim in Arcadia pastores, quia iam nox veniebat, sub patulam arborem quiescebant. Haud procul palus erat et aquae tranquillae imaginem lunae plenae remittebant. Forte asinus ad paludem venit, quod sitiebat; pastores, quia timebant domini sui verba, placidam bestiam propulsabant. Nam pastorum dominus semper dicebat: «Cum pecudes fluminis aquam bibunt, lunam quoque exsorbunt!». Tum forte luna nubibus obscurabatur. Pastores, quia lunam non conspiciebant, asinum accusabant, deligabant et in iudicium vocabant. Stolidus iudex spectatores audit et dicit: «Quia luna ab asino exorbebatur, asinum interficite et ex ventre lunam extrahite!». Pastores sententiam applicabant et luna forte rursus in caelo apparebat. Pastores laeti clamores ad sidera tollebant, asini culpae certi.

Grammatica Picta (1) – Pag.145 n.30

Nell’Arcadia, una volta, dei pastori, poiché ormai sopraggiungeva la notte, riposavano sotto un ampio albero. Non lontano c’era uno stagno, e le acque placide riflettevano l’immagine della luna piena. Un asino giunse per caso allo stagno, poiché era assetato; i pastori, poiché temevano le parole del loro padrone, scacciavano il pacifico animale. Infatti il padrone dei pastori diceva sempre: Quando gli animali bevono l’acqua del fiume, ingoiano anche la luna! A quel punto, per caso, la luna veniva oscurata dalle nubi. I pastori, poiché non vedevano la luna, accusavano l’asino, lo legavano, e lo mettevano sotto processo. Un giudice sciocco ascolta i presenti e dice: Poiché la luna veniva ingoiata dall’asino, uccidete l’asino e tirate fuori la luna dal ventre! I pastori eseguivano la sentenza e, per caso, la nel cielo appariva di nuovo luna. I pastori, felici, innalzavano grida fino alle stelle, sicuri della colpa dell’asino.