I Romani sono sempre minacciati su vari fronti

Cum haec in Graecia Macedoniaque et Asia gererentur, Etruriam infestam prope coniuratio servorum fecit. Ut eam opprimeret Acilius Glabrio praetor, cui inter cives peregrinosque iurisdictio obtigerat, cum una legione urbana est missus. Alios vagos ipse comprehendit, alios, cum iam ad pugnam parati essent, vicit: ex iisdem multi occisi, multi capti; alios verberatos crucibus adixit, qui principes coniurationis fuerant, alios dominis restituit. Interim consules in provincias venerunt. Cum Marcellus in Boiorum ines intravisset, fatigatis per diem totum militibus cum longum iter factum esset, eidem duci castra in tumulo ponenti Corolamus quidam (“un certo Corolamo”), dux Boiorum, cum magna manu occurrit et multos Romanos occidit; etiam inlustres viri in isto tumultuario proelio ceciderunt, inter quos praefecti sociorum et tribuni militum. Castra tamen ab Romanis permunita retentaque sunt, cum hostes prospera pugna excitati nequiquam oppugnavissent. In stativis deinde iisdem Marcellus per multos dies sese tenuit, cum saucios curaret et a tanto terrore animos militum reiceret. Boi, qui sunt gens ad morae taedium impatiens, in castella sua vicosque passim se disperserunt. Postea Marcellus Pado confestim traiecto in agrum Comensem legiones ducit; sed Galli Insubres, in quorum potestate regio erat, in ipso itinere in Romanos proelium commiserunt; cum Marcellus id animadvertisset, equitum Latinorum omnes turmas in hostem emisit; omnis acies Romana restitit et, cum a Gallis certamen non sustineretur, hostibus fugatis vicit.

Ad litteram – Pag.229 n.29 – Livio

Mentre queste cose, in Grecia, in Macedonia ed in Asia accadevano, nelle vicinanze il complotto dei servi rese l’Etruria minacciata dal pericolo Fu inviato con una legione urbana per reprimerla il pretore Acilio Glabro, al quale era toccata in sorte la giurisdizione tra i cittadini e gli stranieri.
Egli stesso ne catturò alcuni nomadi, ne sconfisse altri, quando erano già pronti alla battaglia: tra questi molti furono uccisi, molti catturati; altri (ancora) ne crocifisse, dopo averli bastonati, altri, che erano stati i fautori della rivolta, li restituì ai padroni. Intanto i consoli arrivarono nelle province. Quando Marcello entrò nei territori dei Boi, essendo  i soldati erano sfiniti  poiché era stata fatta una lunga marcia per tutto il giorno, un certo Corolamo, comandante dei Boi, assale il comandante stesso, mentre stava ponendo l’accampamento su una collinetta, con un gran manipolo e uccide molti Romani; in questo combattimento improvvisato caddero anche uomini famosi, tra i quali i prefetti degli alleati e i tribuni dei soldati. Tuttavia l’accampamento fu fortificato e mantenuto dai Romani, poiché i nemici lo avevano assediato inutilmente, incoraggiati dalla prospera battaglia. In seguito Marcello si trattenne negli stessi alloggiamenti per molti giorni, poiché curava i feriti e riconfortava gli animi dei soldati da una così grande terrore.
I Boi, che sono un popolo per costume insofferente a tollerare il disagio, si  dispersero qua e là nelle loro piazzeforti e villaggi. Poi Marcello, attraversato subito il Po, guida le legioni nel territorio Comasco; ma i Galli Insubri, nel potere dei quali era la regione, intrapresero una battaglia contro i Romani durante la stessa marcia; quando Marcello si accorse di questa cosa, inviò tutti gli squadroni di cavalleria dei Latini contro il nemico; tutto l’esercito Romano resistette e, poiché non veniva sostenuto lo scontro dai Galli, sconfisse i nemici, dopo averli costretti in fuga.