Il lupo mannaro (seconda parte)

«Ego primitus nesciebam ubi essem, deinde accessi ut vestimenta eius tollerem: illa autem lapidea facta sunt. Perterritus ad villam amicae meae perveni: pallebam ut larva, sudor mihi per bifurcum volabat, oculi mortui. Melissa mea mirari coepit cum tam sero ambularem et: «Si ante- inquit – venisses, saltem nobis adiutavisses: lupus enim villam intravit et omnia pecora tamquam lanius iugulavit; nec tamen derisit, etiamsi fugit: servus enim noster lancea collum eius traiecit». Ut haec audivi, operire oculos amplius non potui, sed luce clara exii et postquam veni in illum locum in quo vestimenta lapidea facta erant, nihil inveni si non sanguinem. Ut domum veni, iacebat miles meus in lecto tamquam bos, et medicus collum illius curabat. Intellexi illum versipellem esse, nec postea cum illo panem gustare volui. Fortasse me nugas narrare putatis; ego, si mentior, genios vestros iratos habeam».

Petronio

“Io, da principio, non sapevo dove fossi, quindi mi avvicinai per prendere i suoi vestiti: ma quelli sono diventati di pietra. Atterrito giunsi alla fattoria della mia amica: ero pallido come uno spettro, il sudore mi correva in mezzo alla schiena, gli occhi erano spenti. La mia Melissa cominciò a chiedersi stupita perché andassi in giro così tardi e: “Se fossi venuto prima – disse – almeno ci avresti aiutato: infatti un lupo è entrato nella tenuta e ha scannato tutte le pecore come un macellaio; però non l’ha fatta franca, anche se è fuggito: un nostro servo infatti ha trafitto il suo collo con una lancia”. Come udii queste parole, non riuscii più a chiudere gli occhi, ma a giorno fatto uscii e dopo che giunsi in quel luogo in cui i vestiti erano diventati di pietra, non trovai nulla se non del sangue. Quando arrivai a casa, il mio soldato giaceva disteso sul letto come un bue, e un medico curava il suo collo. Capii che quello era un lupo mannaro, e in seguito non volli mangiare con lui (nemmeno) il pane. Forse pensate che io racconti sciocchezze; che abbia su di me i vostri geni adirati, se io mento”.