La vita è breve per chi ne dispone in modo sconsiderato

Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur, quod in exiguum aevum gignimur, quod spatia temporis nobis dati tam velociter, tam rapide decurrant, adeo ut exceptis admodum paucis ceteros vita destituat in ipso vitae apparatu. Nec huic malo publico, ut opinantur, turba tantum et imprudens vulgus ingemuit; clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit. Nos vero non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus. Satis longa vita est, si tota bene utimur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit, ubi nulli bonae rei impenditur, iam morituri, finisse sentimus vitam, quam transcurrere non intelleximus. Ita est: non accipimus brevem vitam sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus.

Seneca

La maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta della malignità della natura, poiché siamo generati per una breve esistenza, poiché gli intervalli di tempo a noi concessi scorrono così velocemente, così rapidamente, al punto che, esclusi molto pochi, la vita abbandona gli altri proprio durante la preparazione alla vita. Né soltanto la folla e il volgo ignorante si è lamentata per questa disgrazia generale; questo sentimento ha suscitato le lamentele anche di uomini famosi. Non abbiamo poco tempo, ma molto ne perdiamo. La vita è abbastanza lunga, se l’adoperiamo tutta convenientemente; ma quando scorre nella dissolutezza e nella negligenza, quando non viene impiegata per nessuno scopo buono, ormai sul punto di morire, ci accorgiamo che la vita, che non abbiamo compreso che trascorreva, è finita. È così: non riceviamo una vita breve, ma la rendiamo, e non siamo poveri di essa, ma prodighi.