Le virtù oratorie di Cicerone

Oratores Latinam eloquentiam parem facere eloquentiae Graecae possunt: nam Ciceronem Graecis oratoribus fortiter opponere licet. Ille, cum se totum ad imitationem Graecorum dedisset, effinxit vim Demosthenis, copiam Platonis, iucunditatem Isocratis. Praesertim Demosthenis Ciceronisque orationum ego virtutes arbitror similes esse: consilium, ordinem rationemque probationis. Praeterea quis Cicerone docere diligentius, movere vehementius potest, cui tanta umquam iucunditas fuit? Quare non inmerito omnes aetatis suae dicunt eum regnare in iudiciis, posteri autem “Ciceronem” non ut hominis, sed ut eloquentiae nomen intellegunt.

Quintiliano

Gli oratori possono rendere l’eloquenza Latina pari all’eloquenza Greca: infatti è decisamente possibile contrapporre Cicerone agli oratori Greci. Quello, essendosi dedicato interamente all’imitazione dei Greci, riprodusse la forza di Demostene, la facondia di Platone, la piacevolezza di Isocrate. Reputo che soprattutto i pregi delle orazioni di Demostene e di Cicerone siano simili: il disegno, l’organizzazione e la maniera dell’argomentazione. Inoltre chi può istruire con più accuratezza, scuotere con più forza di Cicerone, chi mai ebbe una tanto grande piacevolezza? Perciò non a torto tutti quelli della sua epoca dicono che egli primeggia nei processi, e inoltre i posteri apprezzano “Cicerone” non come il nome dell’uomo, ma dell’eloquenza.