L’imperatore Augusto narra le sue imprese

Annos undeviginti natus, exercitum privata impensa comparavi, atque rempublicam, quae dominatione unius factionis paene oppressa est, in libertatem vindicavi. Qua re senatus, sive gratum animum erga me habebat, sive novum periculum timebat, decretis honorificis in ordinem suum me adlegit et imperium mihi dedit. Qui parentem meum interfecerant, eos in exilium expuli et postea eos, bellum inferentes rei publicae, bis vici. Longum est omnia bella civilia externaque enumerare, quae terra et mari et toto in orbe terrarum gessi. Externas gentes, quas excidere potui, conservare malui Ubicumque maris erant praedones, pacavi. Eo bello triginta fere milia servorum, qui fugerant a dominis suis et arma contra rempublicam ceperant, capta dominis tradidi. In consulatu sexto et septimo postquam bella civilia extinxeram ex mea potestate rempublicam in senatus populique Romani arbitrium transtuli.

Ad Limina (2) – Pag.197 n.7

A diciannove anni, ho allestito a mie spese un esercito e ho restituito la libertà allo stato, che era pressoché soffocato dall’egemonia di una sola fazione. Per questo il senato, sia perché nutriva gratitudine verso di me, sia perché aveva timore di un nuovo pericolo, con decreto onorifico mi ha aggregato al suo rango e mi ha conferito il potere. E quelli che avevano assassinato un mio congiunto, li ho banditi da Roma e poi li ho sconfitti due volte, mentre portavano guerra allo stato. È lungo elencare tutte le guerre civili avvenute fuori dallo stato, che ho intrapreso in tutto il mondo. Ho preferito lasciare in vita popolazioni straniere che avrei potuto annientare. Ho sottomesso i pirati in qualsiasi luogo di mare si trovassero. In questa guerra, dopo averli catturati, ho riconsegnato ai loro padroni circa trecentomila schiavi, che erano fuggiti dai loro padroni e avevano preso le armi contro lo stato. Durante il mio sesto e settimo consolato, dopo aver posto fine alle guerre civili, secondo la mia autorità ho trasferito lo stato nel potere del senato e del popolo romano.