L’inizio della guerra civile illustrato da Cicerone

Cicero Tironi suo salutem dicit. Quo in discrimine versetur salus mea atque universae rei publicae ex eo scire potes, quod domos nostras et patriam ipsam reliquimus. In eum locum res deducta est ut, nisi quis deus vel casus aliquis subvenerit, timeam ne salvi esse nequeamus. Equidem, ut veni ad urbem, non destiti omnia et dicere et facere quae ad concordiam conciliandam pertinerent; sed mirus furor in cives invaserat ut pugnare cuperent, me clamante nihil esse bello civili miserius. Itaque, cum Caesar amentia quadam raperetur et Ariminum, Anconam, Arretium occupavisset, urbem reliquimus ne in victorum furorem incideremus. Nunc ab illo feruntur hae condiciones: ut Pompeius eat in Hispaniam, dilectus qui sunt habiti dimittantur, praesidia nostra solvantur. Pollicetur se Ulteriorem Galliam Domitio, Citeriorem Considio consulibus traditurum et Romam ad consulatum petendum venturum. Haec (Queste proposte) accepimus, sed ea condicione: ut removeat praesidia ex iis locis, quae occupavit, ut sine metu Romae senatus haberi possit.

Ad Limina (2) – Pag.252 – Cicerone

Cicerone saluta il suo Tirone. In quale pericolo si trovi la mia sicurezza e quella dell’intera repubblica lo puoi comprendere dal fatto che abbiamo abbandonato le nostre case e la stessa patria. E in questo luogo la situazione si è evoluta a un punto tale che, se non subentrerà qualche dio o un qualche caso accidentale, io temo che non saremo in grado di salvarci. Quanto a me, quando sono giunto a Roma, non ho smesso di dire e fare tutto quello che potesse mirare a favorire la concordia; ma nei cittadini si era insinuata una tale follia che anelavano di combattere, sebbene io gridassi che non esiste nulla di più miserabile di una guerra civile. Perciò, quando Cesare in preda ad una sorta di pazzia aveva occupato Rimini, Ancona ed Arezzo, abbiamo abbandonato Roma per non cadere vittime della furia dei vincitori. Ora è costui ad imporci tali condizioni: che Pompeo vada in Spagna, che le truppe arruolate vengano congedate e che i nostri presidi siano smantellati. Egli assicura che affiderà al console Domizio la Gallia Transalpina (Ulteriore) e al console Considio quella Cisalpina (Citeriore) e che ha intenzione di venire a Roma per candidarsi alla carica di console. Abbiamo accettato queste proposte, ma ad una condizione: che rimuova le guarnigioni da quei luoghi che ha occupato, per far sì che il senato possa trovarsi in una condizione di tranquillità.