L’ira non è un sentimento naturale
Quid esset ira quaesitum est, an in ullum aliud animal quam in hominem caderet, quo ab iracundia distaret, quot eius species essent. Nunc quaeramus an ira secundum naturam sit et an utilis atque ex aliqua parte retinenda. An secundum naturam sit manifestum erit, dum hominem inspexerimus. Quo quid est mitius, dum in recto animi habitus est? Quid autem ira crudelius est? Quid homine aliorum amantius? Quid ira infestius? Homo in adiutorium mutuum genitus est, ira in mutuum exitium; hic congregari vult, illa discedere, hic prodesse, illa nocere, hic etiam ignotis succurrere, illa etiam carissimos petere; hic aliorum commodis vel inpendere se paratus est, illa in periculum, dummodo deducat, descendere. Quis ergo magis naturam rerum ignorat quam qui optimo eius operi (“opera”) et emendatissimo hoc ferum ac perniciosum vitium adsignat? Ira, ut diximus, avida poenae est, cuius cupidinem inesse pacatissimo hominis pectori minime secundum eius naturam est.
Seneca
È stato chiesto cosa fosse l’ira, se accadesse in qualche altro animale piuttosto che nell’uomo, in cosa si differenziasse dall’iracondia, quanti fossero i suoi tipi. Ora ci chiediamo se l’ira sia secondo natura e se (sia) utile e da conservare almeno in parte. Mentre osserveremo attentamente l’uomo, sarà chiaro se sia secondo natura. Cosa è più mite di lui (riferito all’uomo), finché lo stato d’animo è nel giusto? Cosa invece è più crudele dell’ira? Cosa è più amante degli altri dell’uomo? Cosa (è) più ostile dell’ira? L’uomo è nato per l’aiuto reciproco, l’ira per la rovina reciproca; questo vuole associarsi, quella separare, questo (vuole) giovare, quella (vuole) nuocere, questo (vuole) aiutare anche gli sconosciuti, quella (vuole) aggredire persino i più cari; questo è pronto persino a sacrificarsi per gli interessi degli altri, quella (è pronta) a gettarsi nel pericolo, purché trascini. Chi dunque ignora la natura delle cose più di colui che attribuisce questo vizio feroce e funesto alla sua opera migliore e più perfetta? L’ira, come abbiamo detto, è avida di castigo, e non è affatto secondo natura che tale brama sia presente nel calmissimo cuore dell’uomo.
