Non si scartano le vecchie amicizie per le nuove

Ecce quaestio subdifficilis, num quando amici novi, si digni amicitia exstiterint, veteribus sint anteponendi, ut equis vetulis teneros anteponere solemus. Indigna homine dubitatio! Non enim debent esse amicitiarum satietates, sicut aliarum rerum; veterrima quaeque amicitia, ut ea vina, quae vetustatem ferunt, esse debet suavissima. Nec vero dubito quin novitates, si spem adferant, non sint illae quidem repudiandae: vetustas tamen suo loco conservanda est; maxima est enim vis vetustatis et consuetudinis. Nemo est, qui, si nulla res impediat, libentius non utatur equo, quo consuevit, quam novo. Etiam in iis, quae sunt inanima, consuetudo plurimum valet, cum locis ipsis delectemur, montuosis etiam et silvestribus, in quibus diutius commorati sumus.

Cicerone

Ecco una questione piuttosto difficile, (cioè) se talvolta dei nuovi amici, se si sono mostrati degni di amicizia, debbano essere anteposti ai vecchi, come siamo soliti anteporre ai cavalli vecchi quelli giovani. Dubbio indegno dell’uomo! Infatti non devono sussistere sazietà delle amicizia come di altre cose; ciascuna amicizia molto antica, come quei vini, che sopportano l’invecchiamento, deve essere molto dolce. Né in verità dubito che le novità, se portano speranza, non sono certamente da rifiutare: tuttavia bisogna mantenere l’anzianità al suo posto; infatti è grandissima la forza dell’anzianità e della consuetudine. Non c’è nessuno che, se nessuna cosa lo impedisce, non si serva più volentieri di un cavallo, al quale si è abituato, che di uno nuovo. Anche in quelle cose, che sono inanimate, ha moltissima influenza la consuetudine, quando siamo dilettati dagli stessi luoghi, montuosi e anche boscosi, in cui abbiamo dimorato più a lungo.