Oreste e Ifigenia in Tauride

Orestem terra marique euntem Furiae cum exagitarent, ille Delphos ierat quaesitum quis tandem modus esset aerumnarum. Responsum est ut in terram Taurinam ad regem hoantem patrem Hypsipyles iret indeque de templo Dianae signum Argos aferret. Sorte audita cum Pylade Strophii ilio sodale suo navem conscendit celeriterque ad Tauricos ines ierunt, quorum fuit institutum ut qui intra ines eorum hospes ivisset templo Dianae immolaretur.
Ibi Orestes et Pylades, cum in spelunca se protegerent et occasionem captarent, a pastoribus deprehensi ad regem hoantem sunt deducti. Quos hoas suo more vinctos in templum Dianae ut immolarentur duxit, ubi Iphigenia Orestis soror erat sacerdos; eosque ex signis atque argumentis qui essent, quid ivissent postquam resciit, abiectis ministeriis ipsa incepit signum Dianae avellere. Quo rex cum isset et rogitaret cur id faceret, illa dicit mendacium: illi scelerati in templum euntes signum contaminaverant; oportebat ut signum ad expiationem ad mare ferretur; rex interdixit civibus ne quis eorum extra urbem iret. Iphigenia, signo sublato, iens ad mare cum ratre Oreste et Pylade in navem conscendit; vento secundo ad insulam Zminthen (“di Sminte”) ad Chrysen sacerdotem Apollinis delati sunt.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.322 n.13 – Igino

Quando le Furie perseguitavano Oreste per terra e per mare, si era recato a Delfi per chiedere quando/come sarebbero finite le sue tribolazioni. Gli fu risposto di recarsi nella terra del Tauro presso il re Toante padre di Ipsipile e di portar via dal tempio ad Argo la statua di Diana. Sentito il responso salì su di una nave con Pilade, figlio di Strofio e suo amico, e si diresse velocemente ai territori Taurici, nei quali era stato stabilito che chiunque si recasse nei loro confini come ospite fosse immolato nel tempio di Diana. Ivi Oreste e Pilade, essendosi rifugiati in una grotta, mentre aspettavano un momento favorevole furono catturati dai pastori e furono condotti dal re Toante. Toante, come era sua abitudine, li condusse in catene nel tempio di Diana per esservi immolati, dove Ifigenia, sorella di Oreste, era sacerdotessa; accertato chi fossero da prove e da argomentazioni, venuta a sapere dove sarebbero andati poi, abbandonati i servizi sacerdotali, ella stessa iniziò a portar via la statua di Diana. Quando il re si recò ivi e chiese perché faceva ciò , ella disse una bugia: quegli scellerati entrando nel tempio avevano contaminato la statua; era necessario che la statua fosse portata presso il mare a titolo di espiazione; il re vietò ai cittadini di uscire dalla città. Ifigenia, sottratta la statua, recandosi al mare salì su di una nave con il fratello Oreste e con Pilade; furono trasportati dal vento favorevole all’isola di Sminte, dal sacerdote di Apollo Crise.