Ottaviano Augusto: il fondatore dell’impero

Brutus civili bello a Catone ex Cilicia retractus Pompeium secutus erat, quo victo, veniam a Caesare acceperat et proconsul Galliam rexerat; tamen cum aliis coniuratis in curia Caesarem occiderat. Post Caesaris mortem, Sextum Pompeium Gnaei Pompei filium bona paterna repetentem in freto Siculo Octavianus superavit. Marcum Antonium, quia eum perfidiose tractavit, apud Mutinam vicit. Antonius Perusii fame domitus in Galliam fugit. Ibi, reparatis viribus, in Italiam regressus cum Octaviano in gratia fuit. Denique cum Antonius, in Aegyptum missus, amore Cleopatrae devinctus esset, eum in Actiaco Ambraciae litore Octavianus debellavit. Reliquam orbis partem per legatos domuit. Huic Parthi signa, quae Crasso sustulerant, ultro reddiderunt. Indi, Scythae, Sarmatae, Daci, quos non domuerat, dona miserunt.

Aurelio Vittore

Bruto, ricondotto da Catone dalla Cilicia, durante la guerra civile aveva seguito Pompeo, sconfitto il quale, aveva ricevuto il perdono da Cesare e aveva governato la Gallia in qualità di proconsole; tuttavia assieme ad altri congiurati aveva ucciso Cesare nella curia. Dopo la morte di Cesare, Ottaviano sconfisse nello stretto Siculo Sesto Pompeo, figlio di Pompeo, che rivendicava i beni paterni. Vinse Marco Antonio, poiché lo trattò in maniera sleale, presso Modena. Antonio, assoggettato dalla carestia a Perugia, fuggì in Gallia. Lì, rinnovate le forze armate, ritornato in Italia, si riconciliò con Ottaviano. Infatti dal momento che Antonio, mandato in Egitto, era stato vincolato dall’amore di Cleopatra, Ottaviano lo sottomise ad Ambracia, sul litorale di Azio. Assoggettò la restante parte del mondo per mezzo dei luogotenenti. A costui i Parti restituirono di propria iniziativa le insegne, che avevano sottratto a Crasso. Gli Indiani, gli Sciti, i Sarmati e i Daci, che non aveva sottomesso, inviarono doni.