Quinto ha sbagliato

Quintus mihi per litteras satisfacit verbis multo asperioribus quam cum gravissime me accusabat. Ait enim se ex litteris tuis intellegere tibi non placere quod («il fatto che») ad multos de me asperius scripserit, itaque se paenitere quod animum tuum offenderit ; sed se hoc iure fecisse. Deinde perscribit spurcissime quas ob causas fecerit ; sed neque hoc tempore nec antea patefecisset odium suum in me, nisi me omnibus rebus esse oppressum videret. Vellem tu mihi adesses, sed nunc nec ubi nec quando te visurus sim possum suspicari.

Cicerone

Quinto mi si scusa per la lettera con parole molto più dure rispetto a quando mi accusava assai accanitamente. Dice infatti di capire dalle tue lettere che a te non piace il fatto che abbia scritto a molti di me in maniera piuttosto aspra, pertanto gli rincresce di aver offeso il tuo animo; ma l’aveva fatto a buon diritto. Poi scrive in maniera assai ignobile per quali motivi l’abbia fatto; ma né in questo momento né in precedenza avrebbe manifestato il suo odio nei miei confronti, se non avesse visto che sono oppresso da ogni cosa. Vorrei che tu mi fossi vicino, ma ora non posso immaginare né dove né quando ti vedrò.