Due presagi da interpretare

L. Aemilius Paulus consul, cum ei obtigisset ut bellum contra Perseum, Macedoniae regem, gereret, ea ipsa die, qua certior de hac re factus erat, ut («quando») ad vesperum domum rediit, osculans filiolam suam Tertiam, quae tum admodum parva erat, eam animadvertit tristiculam. “Quid est – inquit – mea Tertia- Cur tam tristis es?”. “Mi pater – inquit – Persa periit”. Tum ille artius (avv.) puellam complexus: “Accipio omen – inquit – mea filia”. Erat enim mortuus catellus cuius nomen erat regis nomini simile. Caecilia, Metelli filia, cum vellet neptem suam in matrimonium collocare, adiit in quoddam sacellum ominis capiendi causa, ut fieri solebat maiorum more. Cum puella staret et Caecilia in sella sederet neque diu ulla divina vox exstitisset, puella defaticata petivit a matertera ut sibi concederet paulisper ut in eius sella requisceret, illa tum dixit: “Vero, puella mea, tibi libenter concedo sedem meam”. Tristis res hoc omen consecuta est: Caecilia enim brevi mortua est, neptis autem nupsit viro cui Caecilia nupta fuerat. Haec posse contemni vel etiam rideri praeclare intellego, sed id ipsum est signa, quae a deis significantur, contemnere.

Cicerone

Il console Lucio Emilio Paolo, essendogli toccata in sorte di combattere la guerra contro Perseo, re della Macedonia, quello stesso giorno, in cui era stato informato di questa cosa, quando verso sera ritornò a casa, baciando la sua figlioletta Terzia, che allora era alquanto piccola, la notò un po’ triste. «Che c’è – disse – mia cara Terzia – perché sei tanto triste?». «Padre mio – disse – Persa è morta». Allora egli, abbracciando più forte la bimba, disse: «Accetto il presagio, figlia mia». Infatti era morto il cagnolino il cui nome era simile al nome del re. Cecilia, figlia di Metello, volendo dare in sposa sua nipote, andò in un santuario per ricevere un presagio, come soleva essere fatto secondo il costume degli antenati. Poiché la fanciulla era in piedi e Cecilia sedeva su una sedia e per molto tempo non si era sentita nessuna voce divina, la fanciulla, stanca, chiese alla zia di permetterle di riposare un poco sulla sua sedia, allora quella (= Cecilia) disse: «Certamente, bambina mia, ti concedo volentieri il mio posto». Un triste evento seguì questo presagio: Cecilia infatti morì poco dopo, mentre la nipote sposò l’uomo che Cecilia aveva sposato. Capisco che queste cose possono essere disprezzate o anche derise, ma è la stessa cosa che disprezzare i segni che vengono inviati dagli dèi.