Tra il dire e il fare…

Rustica stulta ambitiosaque ad mercatum contendebat, capite vas lactis gerens. Dum procedit, sic cogitabat: «Cum ad forum pervenero, lac meum mercatoribus vendam qui pro lacte duos (due, acc.) sestertios solvent. Tunc gallinam emam, quae ova deponet, ex quibus pulli gignentur. Quos nutriam et multos pullos et multa ova in foro vendam. Cum magnam pecuniam mihi comparavero, parvum suem ab agricolis emam. Si eum saginavero, maiore (maggiore, abl.) pretio iterum vendam. Deinde equum emam et, equitans superbe per pagi vias, omnium invidiam movebo. Ceterorum invidiam tamen non curabo sed subridens et brachia agitans, omnes salutabo». Dum eas voluptates iam praegustat, brachia sua agitat et vas, quod capite gerebat, in terram decidit cunctum lac effundens.

Una contadina sciocca e ambiziosa si recava al mercato, portando un vaso di latte sulla testa. Mentre andava, così pensava: «Quando arriverò in piazza, venderò il mio latte ai mercanti che per il latte pagheranno due sesterzi. Poi comprerò una gallina, che deporrà uova, dalle quali nasceranno pulcini. Li nutrirò e al mercato venderò molti pulcini e molte uova. Quando mi sarò procurata molto denaro, comprerò un piccolo maiale dai contadini. Se lo ingrasserò, lo venderò di nuovo ad un prezzo maggiore. Infine comprerò un cavallo e, cavalcando con orgoglio per le strade del villaggio, susciterò l’invidia di tutti. Tuttavia non mi curerò dell’invidia degli altri ma, sorridendo e agitando le braccia, saluterò tutti». Mentre già pregusta questi piaceri, agita le sue braccia e il vaso, che portava sulla testa, cade a terra versando tutto il latte.