Un combattimento tra Germani e Romani

Congestis circum lignis accensisque, simul epulantes, ut quisque vino incaluerat, ad pugnam temeritate inani ferebantur. Quippe ipsorum tela per tenebras vana: Romani conspicuam barbarorum aciem, et si quis audacia aut insignibus effulgens (erat), ad ictum destinabant. Intellectum id Civili et, restincto igne, misceri cuncta tenebris et armis iubet. Tum vero strepitus dissoni, casus incerti, neque feriendi neque declinandi providentia: unde clamor acciderat, circumagere corpora, tendere arcus; nihil prodesse virtus, fors cuncta turbare et ignavorum saepe telis fortissimi cadere. Apud Germanos inconsulta ira: Romanus miles, periculorum gnarus ferratas sudes, gravia saxa non forte iaciebat. Ubi sonus molientium aut adpositae scalae hostem in manus dederant, propellere umbone, pilo sequi; multos in moenia egressos pugionibus fodere. Sic exhausta nocte, novam aciem dies aperuit.

Dopo aver ammassato intorno la legna ed averla accesa, mentre mangiavano insieme, appena uno si era riscaldato con il vino, si lanciava allo scontro con sconsiderata temerarietà. Dal momento che i loro dardi erano senza effetto a causa delle tenebre: i Romani avevano la schiera dei barbari visibile, e se qualcuno si metteva in mostra per i fregi o per l’audacia, lo prendevano di mira. Civile lo capì e, spento il fuoco, ordinò di mettere tutto a soqquadro grazie alle tenebre e alle armi. Allora, veramente, strepiti discordanti, eventi incerti, impossibilità di vedere dove portare i colpi e come scansarli: da dove era giunto alle orecchie un grido, volgevano i corpi, tendevano le braccia; il valore non giovava a nulla, la fortuna sconvolgeva tutte le cose e spesso i più forti cadevano per i dardi dei vili. Presso i Germani un imprudente furore: il soldato Romano, esperto dei pericoli, scagliava non a caso pesanti pietre, pali ferrati. Quando il rumore di chi si muoveva o di una scala messa vicino aveva consegnato nelle mani un nemico, lo gettavano giù con l’umbone, lo incalzavano col giavellotto; trafiggevano con i pugnali molti che erano saliti sulle mura. Trascorsa così la notte, il giorno rivelò un nuovo campo di battaglia.