Un episodio della guerra contro i Soziati

Eodem fere tempore Publius Crassus, cum in Aquitaniam pervenisset, quae tertia pars Galliae est aestimanda, cum intellegeret in iis locis sibi bellum gerendum (esse) ubi paucis ante annis L. Valerius Praeconinus legatus, amisso exercitu, interfectus esset, non mediocrem sibi diligentiam adhibendam (esse) intellegebat. Itaque, re frumentaria provisa, auxiliis equitatuque comparato, in Sotiatium fines exercitum introduxit. Cuius adventu cognito, Sotiates, magnis copiis coactis equitatuque praemisso, in itinere agmen nostrum adorti, primum equestre proelium commiserunt, deinde, equitatu suo pulso atque insequentibus nostris, subito pedestres copias, quas in convalle in insidiis conlocaverant, ostenderunt. Hi nostros disiectos adorti proelium renovarunt (= renovaverunt). Pugnatum est diu atque acriter, cum Sotiates superioribus victoriis freti in sua virtute totius Aquitaniae salutem positam putarent, nostri autem, quid sine imperatore et sine reliquis legionibus, adulescentulo duce, efficere possent, perspici cuperent: tandem confecti vulneribus hostes terga verterunt.

Maiorum Lingua C

All’incirca nello stesso momento Publio Crasso, giunto in Aquitania, la quale è da considerarsi la terza parte della Gallia, poiché capiva che doveva portare guerra in quei luoghi dove pochi anni prima il legato Lucio Valerio Preconino, perso l’esercito, era stato ucciso, comprendeva che doveva usare un’attenzione non modesta. Così, dopo avere provveduto al rifornimento, preparate le truppe e la cavalleria, fece entrare l’esercito nel territorio dei Soziati. Saputo il suo arrivo, i Soziati, raccolte ingenti truppe e mandata avanti la cavalleria, attaccando il nostro esercito mentre marciava, all’inizio dettero battaglia con i cavalieri, in seguito, poiché la cavalleria era stata respinta e i nostri la incalzavano, mostrarono subito la fanteria, che avevano schierato in una valle in mezzo alle insidie. Questi, attaccati i nostri che erano stati dispersi, rinvigorirono lo scontro. Si combatté a lungo e duramente, poiché i Soziati, confidando nelle loro precedenti vittorie, pensavano che nel loro coraggio fosse stata posta la salvezza dell’intera Aquitania, i nostri, invece, desideravano che si vedesse che cosa potevano fare senza il comandante e senza il resto delle legioni, con un ragazzo a capo dell’esercito: alla fine i nemici, sfiniti dalle ferite, volsero le spalle.