Un padre educa i suoi figli

Erant patri filia turpis et filius insignis pulchra forma. Liberi olim speculum, quod in cathedra matris positum erat, pueriliter ludentes inspexerant. Filius formosum se iactat; soror fratris formae invidet, et, fratris iocos non sustinens, cuncta in contumeliam accipit. Ergo ad patrem decurrit magnaque invidia puerum accusat: «Mas est, sed speculo, muliebri ornamento, ludit». Pater liberos osculat, dulcem caritatem monstrnas et dicit: «Cotidie, liberi, in speculo inspicietis: ita, cum formam vestram aspexeritis, ex speculo incitamentum ad virtutem trahetis. Tu enim, puer, formam nequitiae malis non corrumpes; tu autem, puella, formam tuam turpem bonis moribus vinces».

Grammatica Picta (1) – Pag.209 n.32

Un padre aveva una figlia brutta e un figlio straordinario quanto a bellezza d’aspetto. Un giorno i figli, mentre giocavano in maniera fanciullesca, avevano guardato lo specchio che era stato collocato sulla scrivania della madre. Il figlio si vanta come bello; la sorella invidia la bellezza del fratello, e, non tollerando gli scherzi del fratello, prende tutto come un’offesa. Dunque corre dal padre e, con grande invidia, accusa il fanciullo: È un maschio, ma gioca con uno specchio, un accessorio femminile. Il padre bacia i figli, mostrando un tenero affetto, e dice: O figli, guarderete ogni giorno nello specchio: così, quando avrete osservato il vostro aspetto, ricaverete dallo specchio uno stimolo alla virtù. Tu, infatti, o fanciullo, non rovinerai la bellezza con le brutture della malvagità; tu invece, o fanciulla, vincerai il tuo brutto aspetto grazie ai buoni costumi.