Ambiorige, capo degli Euboroni, si giustifica di fronte a Cesare di un attacco sostenuto contro il campo dei romani (I)

Mittitur ad eos C. Arpinius eques Romanus, familiaris Titurii, et Q. Iunius ex Hispania quidam, qui iam ante missu Caesaris ad Ambiorigem ventitare consuerat. Apud quos Ambiorix ad hunc modum locutus est: sese pro Caesaris in se beneficiis plurimum ei confiteri debere, quod eius opera stipendio liberatus esset, quod Atuatucis finitimis suis pendere consuesset, quodque ei et filius et fratris filius a Caesare remissi essent, quos Atuatuci obsidum numero missos apud se in servitute et catenis tenuissent. Neque id quod fecerit de oppugnatione castrorum, aut iudicio aut voluntate sua fecisse, sed coactu civitatis, suaque esse eiusmodi imperia, ut non minus haberet iuris in se multitudo, quam ipse in multitudinem. Civitati porro hanc fuisse belli causam, quod repentinae Gallorum coniurationi resistere non potuerit. Id se facile ex humilitate sua probare posse, quod non adeo sit imperitus rerum ut suis copiis populum Romanum superari posse confidat.

Nexus – Pag.212 n.4 – Cesare

Viene mandato presso di loro il cavaliere romano C. Arpinio, amico di Q. Titurio, ed un tale Q. Iunio della Spagna, che già prima era solito andare e venire da Ambiorige per mandato di Cesare. Davanti a loro Ambiorige parlò in questo modo:(diceva che ) lui doveva riconoscere moltissimo per i benefici nei suoi confronti di Cesare, perchè per intervento suo era stato liberato dal tributo, che era solito pagare ai loro confinanti Atuatuci, e perché gli erano stati liberati sia il figlio che il figlio del fratello, che gli Atuatuci, sebbene inviati in condizione di ostaggi, avevano tenuto in schiavitù ed in catene. Ma quello che aveva fatto per l’assedio degli accampamenti, non l’aveva fatto per decisione o volontà sua, ma per costrizione della nazione, ed i suoi poteri erano di tal genere che la folla non aveva meno autorità verso di lui che lui verso la folla. Quindi per la nazione la causa di guerra era stata questa, che non aveva potuto resistere alla improvvisa alleanza dei Galli. Facilmente per la sua pochezza lo poteva testimoniare, perché non era a tal punto inesperto delle cose da sperare con le sue truppe di superare il popolo romano.