Arione, il famoso suonatore di cetra

Arion vetus et nobilis fidicen fuit, a Periandro Corinthi rege valde dilectus. Postquam in Siciliam venerat, arte sua divitias magnas sibi comparavit. Tum multis rebus pretiosis et magna pecunia iam praeditus, Corinthum redire instituit. Navem igitur et nautas Corinthios delegit. Sed illi, cum navis iam in altum provecta esset, pecuniae eius cupidi, Arionem necare statuerunt. Fidicen vero, cum periculum intellexisset, omnia sua illis dedit sed nautae, nulla misericordia moti, etiam eius vitam postulabant. Arion territus et sine ulla vitae spe, sic imploravit: “Antequam mortem oppetam, vos oro ut tristem casum meum canere possim”. Nautae probaverunt. Cum Arion miranda voce cecinisset, in mare se iecit. At delphinus repente inter undas adnavit, viro fluitanti se subdidit et in dorso suo in terram incolumem eum devexit.

Gellio

Arione fu un antico e famoso suonatore di cetra, molto apprezzato da Periandro, re di Corinto. Dopo che fu giunto in Sicilia, con la sua arte si procurò una grande ricchezza. Quindi, ormai fornito di molti oggetti preziosi e di molto denaro, decise di tornare a Corinto. Quindi scelse una nave e dei marinai Corinzi. Ma quelli, quando la nave era ormai giunta in alto mare, avidi del suo denaro, decisero di uccidere Arione. Ma il suonatore di cetra, essendosi reso conto del pericolo, diede loro tutti i suoi beni ma i marinai, per niente mossi a pietà, volevano anche la sua vita. Arione, spaventato e senza nessuna speranza di vita, (li) implorò così: «Prima che io vada incontro alla morte, vi prego di poter cantare la mia sventura». I marinai accettarono. Dopo che Arione ebbe cantato con una voce straordinaria, si gettò in mare. Ma un delfino all’improvviso nuotò tra le onde, si mise sotto all’uomo che fluttuava e lo trasportò illeso sul suo dorso sulla terraferma.