Come dargli torto?

Claudius, facetus adulescens, admodum tarde e lecto surgebat, tam ut semper a magisteri suis reprehenderetur. Olim accidit ut eius comites ex eo quaesiverint causam illarum assiduarum tarditatum. Eis puer respondit: «Mane, cum oculos aperio, duas (= due) figuras, muliebri habitu, apud lectum meum video: Sollicitudinem et Pigritiam. Sollicitudo incitat me ut surgam neque diem in lecto teram; Pigritia Sollicitudinem increpat et blandissimis verbis incitat me ut etiam parumper quiescam et, propter frigoris vim, in lecti calore permaneam. Utraque (= Entrambe) rationes suas magna cum pertinacia defendit. Quare ego, tamquam aequus iudex, ne in earum offensionem incurram, eas attente audio et earum sententiarum concordiam exspecto. Itaque tarde surgo, quia litis finem exspecto!».

Claudio, giovane arguto, si alzava alquanto tardi dal letto, tanto che veniva sempre rimproverato dai suoi maestri. Un giorno accadde che i suoi compagni gli chiesero il motivo di quegli assidui ritardi. Il giovane rispose loro: «Di mattina, quando apro gli occhi, vedo due figure d’aspetto femminile vicino al mio letto: la Sollecitudine e la Pigrizia. La Sollecitudine mi sprona ad alzarmi e a non trascorrere la giornata a letto; la Pigrizia biasima la Sollecitudine e con parole assai carezzevoli mi incita a riposare ancora un poco e a restare nel tepore del letto, a causa dell’intensità del freddo. Entrambe difendono le loro ragioni con grande tenacia. Perciò io, come un giudice equo, per non incappare nella loro avversione, le ascolto attentamente e aspetto l’accordo dei pensieri. Perciò mi alzo tardi, poiché aspetto la fine della lite!».