Devozione religiosa degli antichi romani

Tantum studium antiquis non solum servandae sed etiam amplificandae religionis fuit, ut florentissima tum et opulentissima civitate decem principum filii senatus consulto singulis Etruriae populis percipiendae sacrorum disciplinae gratia traderentur, Cererique, quam more Graeco venerari instituerant, sacerdotem a Velia, cum id oppidum nondum civitatem accepisset, nomine Calliphanam peterent, ne deae vetustis ritibus perita deesset antistes. Cuius cum in urbe pulcherrimum templum haberent, Gracchano tumultu moniti Sibyllinis libris ut vetustissimam Cererem placarent, Hennam, quoniam sacra eius inde orta credebant, decem viros ad eam propitiandam miserunt. Item Matri deum saepenumero imperatores nostri conpotes victoriarum suscepta vota Pessinuntem profecti solverunt.

Valerio Massimo

Gli antichi ebbero una così grande diligenza non solo nel rispettare, ma anche nell’aumentare le pratiche religiose, che con un decreto del senato vennero affidati dalla allora potentissima e ricchissima città dieci figli dei cittadini più autorevoli, uno a ciascun popolo dell’Etruria, per apprendere la disciplina delle cerimonie religiose, e chiesero alla città di Velia, quando non avevano ancora conquistato la città, una sacerdotessa di nome Callifana per Cerere, che avevano cominciato a venerare secondo l’usanza Greca, affinché non mancasse una sacerdotessa esperta negli antichi riti della dea. Avendo di essa un bellissimo tempio in città, (gli antichi) durante la sommossa dei Gracchi consigliati dai libri Sibillini per placare l’antichissima Cerere, mandarono a Enna, giacché credevano che da quel luogo fossero nati i suoi sacri riti, i decemviri per rendersela propizia. Parimenti spesse volte i nostri generali conseguita la vittoria, dopo esser andati a Pessinunte, sciolsero i voti fatti alla Madre degli dei.