Il cavallo di Troia

Iamdiu Graeci Troiam obsident neque in oppidum cum suis copiis intrare possunt, quia Troiani strenue muros defendunt. Tunc, cum iam Graeci desperant et in patriam reverte˘re consultant (progettano), Minerva, Troianis infesta, novum consilium (piano) Graecis proponit. Graeci deae obtemperant et equum ligneum in ora maritima ante portam Troiae aedificant, in quo (in cui) Menelaus et pauci socii latent. Interim Graeci fugam simulant et copias suas in proxima insula occultant et ibi castra sua ponunt. Cum Troiani desertam oram vident et tam miram machinam spectant, magno gaudio exsultant, quia nullas insidias timent. Tum laeti equum in oppidum trahunt et in templo, tamquam belli praedam, collocant; postea laeti conviviis et epulis gaudio indulgent (danno sfogo alla gioia). Ubi autem tenebrae veniunt, Menelaus, dum oppidani, laxi vino et cibo, dormiunt, ex equo cum sociis descendit et portam oppidi aperit. Sic miseram Troiam Graeci capiunt et incendunt.

Versioni latine – Pag.21 n.7

Da lungo tempo i Greci assediano Troia e non possono entrare nella città con le loro milizie, poiché i troiani difendono valorosamente le mura. Allora, poiché i Greci disperavano e progettavano di far ritorno in patria, Minerva ostile ai troiani propone un nuovo piano ai greci. I greci obbediscono alla dea e costruiscono un cavallo di legno sulla spiaggia marittima davanti alla porta di Troia, nel quale si nascondono Menelao e pochi alleati. Nel frattempo i Greci simulano la fuga e nascondono le loro milizie in un’isola vicina e pongono qui il loro accampamento. Quando i Troiani vedono la spiaggia deserta e contemplano un così meraviglioso congegno esultano con gaudio, poiché non temono insidia alcuna. Allora felici portano il cavallo nella città e lo sistemano come (se fosse) un bottino di guerra; dopo sereni danno sfogo alla gioia con banchetti e conviti. Quando però arrivano le tenebre, Menelao, mentre i cittadini, rilassati dal vino e dal cibo, dormono con i compagni scende dal cavallo e apre la porta della città. Così i Greci espugnano ed incendiano la sventurata Troia.