Un funesto cinghiale

Cum in Aetolia regnabat Oeneus tyrannus, maxime deae Dianae invisus, aper vastus horridusque, deae iratae minister (strumento), ex suis latebris inter altas platanos et fagos densae silvae in campum irrumpit et miserorum agricolarum agros prataque vastabat. Quia a magna virorum caterva sagittis furcisque calamitosa belua frustra agitabatur, miseri incolae admodum anxii erant quia multi necabantur vel vulnerabantur. Tandem contra aprum cum nonnullis amicis venit Meleager, Oenei filius, strenuus et animosus adulescentulus. Desiderabat enim fortiter pro patria sua pugnare et Aetoliam a tam funesto monstro liberare. Venit ergo in agros cum uno socio et, ubi aper appropinquat, gladium e vagina educit et funestam feram transfigit. Sic aper necatur et cuncta Aetolia a strenuo adulescentulo liberatur. Postea Aetoli liberati gratum animum praebent et Meleagro statua apud silvae terminum erigitur, ante quam (davanti alla quale) amoenissimae lauri gratam memoriam beneficii significabant.

Versioni latine – Pag.21 n.8

Quando in Etolia regnava Eneo tiranno grandemente odiato dalla Dea Diana, un ferocissimo e selvaggio cinghiale strumento della dea infuriata, dai suoi nascondigli, tra gli alti platani e faggi del fitto bosco faceva irruzione (lett. presente) nel campo e devastava i campi e i prati dei poveri contadini. Poiché la belva veniva colpita invano da una grande moltitudine di uomini con frecce e con forconi, i poveri contadini erano molto angosciati perché molti venivano uccisi o feriti. Infine contro il cinghiale, con alcuni amici, arrivò Meleagro, figlio di Eneo, valoroso e coraggioso giovane. Desiderava infatti fortemente combattere per la sua patria e liberare l’Etolia da un così disastroso mostro. Arrivò dunque nei campi con un compagno e, quando il cinghiale si avvicina(va), estraeva (lett. estrae) la spada dal fodero e trafiggeva (lett. trafigge) la bestia funesta. Così il cinghiale veniva ucciso (lett. viene ucciso) e tutta l’Etolia veniva (lett. viene) liberata dal valoroso giovane. Dopo gli etoli liberati dimostravano (lett.dimostrano) animo riconoscente e innalzavano (lett. innalzano) a Meleagro una statua presso il bosco, dinanzi alla quale assai incantevoli corone di alloro mostravano il riconoscente ricordo del beneficio.