Il lupo e l’agnello

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant siti compulsi; superior stabat lupus longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam cepit. «Cur» inquit «turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?». Laniger contra timens: «Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor». Repulsus ille veritatis viribus: «Ante hos sex menses» ait «male dixisti mihi». Respondit agnus: «Equidem natus non eram». «Pater Hercle tuus» ille inquit «male dixit mihi». Atque ita correptum lacerat iniusta nece. Haec propter illos scripta est homines fabula, qui fictis causis innocentes opprimunt.

A scuola di latino – Pag.8 n.18 – Fedro

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano arrivati ad uno stesso ruscello; più in alto stava il lupo e molto più in basso l’agnello. Allora il brigante, stimolato dall’insaziabile gola, colse un pretesto per un alterco. «Perché» disse «mi hai reso torbida l’acqua mentre bevo?». Il lanuto, che aveva paura, a propria volta: «In che modo posso, di grazia, fare ciò che lamenti, o lupo? Il liquido da te scende giù ai miei sorsi». Quello respinto dalla forza della verità: «Sei mesi fa» disse «hai parlato male di me». Rispose l’agnello: «Veramente non ero nato». «Tuo padre, per Ercole» disse quello «parlò male di me». E così, afferratolo, lo sbranò con un’ingiusta uccisione. Questa favola è stata scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.