Il re Dario perdona i suoi attentatori

Ab Aribazio, magistro equitum, coniuratio facta est contra Darium, Persarum regem, ut in venatione interficeretur. Sed paulo post factum est ut coniuratio illa regi patefieret darius qui tali animo erat ut nullo periculo tremefieret, nullo timore affectus est et simulans se cognovisse coniuratos ad venationem comitatus est. cum in silvam pervenissent eos iussit arcus tendere dicens: “Cur nunc a vobis non fit quod iam facere statuistis?” Tunc coniurati cum vultum regis interritum viderent tanto terrore affecti sunt ut toto corpore madefierent sudore et ad genua regis se prosternentes misericordiam eius et veniam implorarent. Cum eis rex liberali animo pepercisset,illi,quod tanto beneficio affecti erant,omnium nobilium fidelissimi facti sunt et per reliquam vitae tempus firmissima fide regi servierunt.

Dal maestro Aribazio venne fatta una congiura contro Dario, re dei Persiani, affinché fosse ucciso durante la caccia. Ma poco tempo dopo accadde che quella congiura fosse svelata al re. Dario, che era di tale animo che non temeva alcun pericolo, non fu colpito da alcun timore e fingendo di conoscere i congiurati fu accompagnato alla caccia. Essendo giunto nel bosco ordinò che quelli tendessero l’arco dicendo: “Perché ora non fate ciò che avevate deciso di fare?”. Allora i congiurati, vedendo il volto impavido del re, vennero presi da tanto timore al punto che iniziarono a sudare in tutto il corpo e imploravano prostrati alle ginocchia del re la sua grazia e misericordia. Il re risparmiandoli con animo liberale, quelli, che furono colpiti da un simile beneficio, divennero i più fedeli di tutti i nobili e servirono il re con fede assai salda per tutto il resto della loro vita.