Il salvataggio dei gemelli

Cum Amulius utrosque Reae Silviae filios in profluentem aquam fluminis Tiberis mitti iussit, divinitus Tiberis super ripas effundebatur lenibus stagnis nec poterat adiri usquam ad amnis alveum; hoc spem Amulii regis servis dabat infantes posse mergi aqua. Ita in proxima alluvie, ubi nunc ficus Ruminalis est, quam Romularem vocari novimus, pueros exponunt. Ibi pleraque loca tum vastae solitudines erant. Narrant, cum aqua tenuis in sicco destituisset fluitantem alveum, quo expositi erant pueri, lupam sitientem ex montibus, qui circa sunt, ad puerilem vagitum cursum flexisse mammasque alterutri puero praebere coepisse et postea eos a Faustulo, magistro regii pecoris, inventos educatosque esse. Iam ab initio Faustulo spes fuerat regiam stirpem apud se educari; nam et sciebat infantes iussu regis expositos esse et tempus, quo ipse eos sustulisset, ad id ipsum congruere. Rem, vero, aperire statim nolebat et aliquam occasionem aut necessitatem exspectabat.

Livio

Quando Amulio ordinò che entrambi i figli di Rea Silvia fossero gettati nell’acqua corrente del fiume Tevere, per volere del cielo il Tevere si riversava sopra le rive in tranquille lagune e non poteva essere raggiunto da nessuna parte all’alveo del fiume; ciò dava speranza ai servi del re Amulio che i neonati potessero essere annegati nell’acqua. Così abbandonano i bambini nel vicino allagamento, dove oggi c’è il fico Ruminale, che sappiamo essere chiamato Romulare. Là allora la maggior parte dei luoghi erano vaste solitudini. Raccontano che, dopo che l’acqua bassa ebbe lasciato in secco la cesta galleggiante, dove erano stati abbandonati i bambini, una lupa assetata dai monti, che si trovano intorno, deviò il percorso verso il vagito puerile e cominciò a porgere le mammelle a entrambi i bambini e poi furono trovati e allevati da Faustolo, pastore del gregge regio. Già dall’inizio Faustolo aveva concepito la speranza che presso di sé si allevasse una stirpe regale; infatti sapeva che dei neonati per ordine del re erano stati abbandonati e il momento, in cui egli stesso li aveva raccolti, combaciava proprio a quello. Tuttavia non voleva palesare subito la cosa e aspettava una qualche occasione o necessità.