La volpe e l’uva

Vulpis olim, ieiuna, diu erraverat per silvam ut cibum inveniret. Ad pergulam altam, sed multa uva plenam, pervenit. Ut eam carperet diu saltus fecit, sed frustra. Post multos conatus, nihil carpserat, nihil comederat. Tunc inter se dixit: “Matura non est. Acerba est. Mihi non placet. Discedam ut alios cibos sapidiores quaeram.” Et a pergula discessit. Si spernimus ea quae habere non possumus (= possiamo), nos ipsos fallimus et vita nostra erit difficilior.

Un giorno una volpe, affamata, aveva vagato a lungo per il bosco per trovare cibo. Giunse ad un pergolato alto, ma pieno di molta uva. Saltò a lungo per afferrarla, ma invano. Dopo molti tentativi, non aveva afferrato niente, non aveva mangiato niente. Allora disse tra sé: «Non è matura. È acerba. Non mi piace. Andrò via per cercare altri cibi più saporiti». E si allontanò dal pergolato. Se disprezziamo quelle cose che non possiamo avere, inganniamo noi stessi e la nostra vita sarà più difficile.