Lucumone

Dum Ancus Romae regnat, Lucumo, vir impiger ac divitiis potens, Romam commigravit, cupidine maxime ac spe magni honoris. Demarati Corinthii filius erat, qui ob seditiones domo profugus Tarquiniis forte consederat et ex uxore ibi ducta duos filios genuit. Nomina his Lucumo atque Arruns fuerunt. Lucumo superfuit patri bonorum omnium heres; Arruns prior quam pater mortuus est, uxorem gravidam relinquens. Nec diu mansit superstes filio pater qui, cum decessisset ignorans nurum ventrem ferre, mentionem nepotis in testamento non fecit. Puer, qui post avi mortem hereditatem consecutus non erat, ab inopia Egerium nomen accepit. Lucumo contra, omnium heres bonorum, duxit in matrimonium Tanaquil, summo loco nata.

Livio

Mentre Anco regnava a Roma, Lucumone, uomo operoso e influente per le sue ricchezze, si trasferì a Roma, soprattutto per il desiderio e la speranza di importanti cariche. Era figlio di Demarato di Corinto, che fuggiasco a causa di una rivolta in patria si era per caso stabilito dai Tarquini, e dalla moglie, presa in quel luogo, ebbe due figli. I nomi di costoro furono Lucumone e Arrunte, Lucumone sopravvisse al padre, erede di tutti i beni; Arrunte morì prima del padre, lasciando la moglie gravida. Non sopravvisse a lungo al figlio (=Arrunte) il padre (=Demarato) il quale, poiché era morto ignorando che la nuora fosse incinta, nel testamento non fece menzione del nipote. Il fanciullo, che dopo la morte del nonno non aveva ottenuto l’eredità, ricevette il nome di Egerio per la sua povertà. Lucumone invece, erede di tutte le sostanze, sposò Tanaquilla, nata da una nobilissima famiglia.