Perché, Antonio, non rispetti Cesare da morto?

In publicis nihil est lege gravius; in privatis firmissimum est testamentum. Antonius leges alias sine promulgatione sustulit, alias ut tolleret promulgavit. Testamentum inritum fecit, quod etiam infimis civibus semper obtentum est. Signa, tabulas, quas populo Caesar una cum hortis legavit, eas hic partim in hortos Pompei deportavit, partim in villam Scipionis. Et tu (si rivolge direttamente al luogotenente di Cesare), in Caesaris memoria diligens, quis dicere audeat te illum amare mortuum? Quem is honorem maiorem consecutus erat quam ut haberet pulvinar, simulacrum, fastigium, flaminem? Est ergo flamen, ut Iovi, ut Marti, ut Quirino, sic divo Iulio M. Antonius? Quid igitur cessas? Cur non inauguraris? Sume diem, vide qui te inauguret: conlegae sumus; nemo negabit. O detestabilem hominem, sive quod tyranni sacerdos es, sive quod mortui! Quaero deinceps num hodiernus dies qui sit ignores? Nescis heri quartum in circo diem ludorum Romanorum fuisse? Te autem ipsum ad populum tulisse ut quintus praeterea dies Caesari tribueretur? Cur non sumus praetextati? Cur honorem Caesaris tua lege datum deseri patiamur? An supplicationes addendo diem contaminari passus es, pulvinaria noluisti? Aut undique religionem tolle aut usque quaque conserva.

Cicerone

Negli atti pubblici niente è più autorevole della legge; in quelli privati il testamento è la cosa più solida. Antonio ha revocato alcune leggi senza promulgazione, per abrogarne altre, ne ha promulgate (di nuove). Ha reso vano il testamento, che è sempre stato rispettato anche dai cittadini più umili. Le statue, i dipinti, che Cesare lasciò in eredità al popolo insieme ai giardini, costui in parte ha portato nei giardini di Pompeo, in parte nella villa di Scipione. E tu, diligente nella memoria di Cesare, chi oserebbe dire che tu lo ami da morto? Egli quale onore aveva conseguito più importante che avere un pulvinare, una statua, un frontone, un flamine? Come dunque c’è un flamine per Giove, per Marte, per Quirino, così c’è Marco Antonio per il divo Giulio? Perché dunque indugi? Perché non ti fai consacrare? Fissa il giorno, cerca chi possa consacrarti: siamo colleghi; nessuno lo rifiuterà. O uomo detestabile, dal momento che sei sia sacerdote di un tiranno, sia di un morto! Domando poi se tu non sai che giorno è oggi? Non sai che ieri è stato il quarto giorno dei giochi Romani nel circo? (Che) Tu stesso proponesti al popolo che si assegnasse a Cesare un quinto giorno? Perché non siamo in pretesta? Perché permettiamo che con la tua legge si trascuri un onore di Cesare? Hai forse permesso che aggiungendo preghiere pubbliche si contaminasse il giorno, non hai voluto i pulvinari? O elimini il culto sotto tutti gli aspetti o lo osservi in ogni parte.