Un combattimento fra Galli e Romani

Opere instituto fit equestre proelium in ea planitie, quam intermissam collibus tria milia passuum in longitudinem patere supra demonstravimus. Summa vi ab utrisque contenditur. Laborantibus nostris Caesar Germanos submittit legionesque pro castris constituit, ne qua subito inruptio ab hostium peditatu fiat. Praesidio legionum addito nostris animus augetur; hostes in fugam coniecti se ipsi multitudine impediunt atque angustioribus portis relictis coartantur. Germani acrius usque ad munitiones sequuntur. Fit magna caedes. Nonnulli relictis equis fossam transire et maceriam transcendere conantur. Paulum legiones Caesar quas pro vallo constituerat promoveri iubet. Non minus qui intra munitiones erant perturbantur. Galli confestim hostes proelium commissuros esse existimantes ad arma conclamant; nonnulli perterriti in oppidum inrumpunt. Vercingetorix iubet portas claudi, ne castra nudentur. Multis interfectis, compluribus equis captis Germani sese recipiunt.

Cesare

Costruite le opere d’assedio, avvenne un combattimento equestre in quella pianura che, abbiamo sopra descritto, posta in mezzo alle colline si estendeva per tremila passi. Si combattè da entrambe le parti con la massima violenza. Cesare mandò i Germani in aiuto ai nostri in pericolo e dispose le legioni davanti all’accampamento, affinché non vi fosse qualche improvvisa irruzione da parte della fanteria dei nemici. Posta la protezione delle legioni nei nostri si accrebbe il coraggio; i nemici messi in fuga si intralciarono a causa del gran numero e si ammassarono perché le porte erano state lasciate troppo socchiuse. I Germani li inseguirono con grande impeto fino alle fortificazioni. Avvenne un terribile massacro. Parecchi, abbandonati i cavalli, tentarono di oltrepassare il fossato e di scalare il muro. Cesare ordinò alle legioni, che aveva collocato davanti al vallo, di avanzare un po’. Quelli che stavano dentro i baluardi non erano meno agitati. I Galli, pensando che i nemici avrebbero subito attaccato battaglia, gridarono alle armi; alcuni atterriti si precipitarono in città. Vercingetorige ordinò di chiudere le porte, affinché l’accampamento non rimanesse scoperto. Dopo aver ucciso molti nemici, aver preso parecchi cavalli, i Germani si ritirarono.