Una lunga, ingiustificata reclusione

Nullam in te invidiam ne ex illis quidem rebus concitabo, cum esset talis vir in carcere, in tenebris, in squalore, in sordibus, tyrannicis interdictis tuis patri exacta aetate et adulescenti filio adeundi ad illum miserum potestatem numquam esse factam. Etiam illud praeteribo, quotienscumque Panhormum veneris illo anno et sex mensibus – nam tam diu fuit Apollonius in carcere – totiens te senatum Panhormitanum adisse supplicem, cum magistratibus sacerdotibusque publicis, orantem atque obsecrantem ut aliquando ille miser atque innocens calamitate illa liberaretur. Relinquo haec omnia; provideo enim quid sit defensurus Hortensius; fatebitur apud istum neque senectutem patris neque adulescentiam fili neque lacrimas utriusque plus valuisse quam utilitatem salutemque provinciae; dicet rem publicam administrari sine metu ac severitate non posse; quaeret quam ob rem fasces praetoribus praeferantur, cur secures datae, cur carcer aedificatus, cur tot supplicia sint in improbos more maiorum constituta. Quae cum omnia graviter severeque dixerit, quaeram cur hunc eundem Apollonium Verres idem repente nulla re nova adlata, nulla defensione, sine causa de carcere emitti iusserit.

Cicerone

Non susciterò contro di te nessun odio, neppure da quelle cose, (cioè che) essendoci un tale uomo in carcere, nelle tenebre, nello squallore, tra la feccia, a causa delle tue tiranniche proibizioni, al padre in età avanzata e al giovane figlio non era mai stata data la possibilità di andare da quello sventurato. Tralascerà anche questo, (cioè che) ogni volta che in quell’anno e sei mesi – infatti tanto a lungo stette in carcere Apollonio – sei andato a Palermo, tante volte il senato di Palermo è venuto da te supplichevole, con i magistrati e i sacerdoti pubblici, pregando e supplicando che quello sciagurato e innocente venisse una buona volta liberato da quella disgrazia. Tralascio tutte queste cose; infatti prevedo cosa Ortensio ha intenzione di asserire in tua difesa; dichiarerà che presso costui né la vecchiaia del padre né la giovinezza del figlio né le lacrime di entrambi ebbero più importanza del vantaggio e del benessere della provincia; dirà che la repubblica non può essere governata senza paura e severità; chiederà per quale motivo i fasci vengano portati avanti i pretori, perché vengano date le scuri, perché il carcere sia stato costruito, perché secondo il costume degli avi siano stati stabiliti tanti supplizi contro i malvagi. Quando avrà detto tutte queste cose con gravità e durezza, chiederò perché Verre abbia ordinato che questo stesso Apollonio fosse fatto uscire dal carcere senza aver addotto nessuna novità, senza nessuna difesa, senza motivo.