Un’azione bellica iniziata bene e finita male

Amynta ab Alexandro Magno transfugerat ad Persas et cum multis Graecis Alexandri proditoribus Tripolim, urbem Phoeniciam in Syria, pervenerat; inde navibus Cyprum milites transmisit et postea, simul ac occasio data est, Aegyptum per mare petivit. Postquam oratione irma et animi iduciaeque plena ab Amynta milites ad proelium acti sunt, ad Pelusii ostium magna cum celeritate ducti sunt. Ut primum Pelusium captum est, dux Memphim copias duxit; propter famam Aegyptii, vana gens et novitatis cupida, ex vicis et urbibus cucurrerunt ad inimicorum praesidiorum eversionem, quia, etsi territi erant, tamen patriam hostibus non tradere et cunctis viribus defendere decreverant. Sed Amynta, postquam proelio vicerat, in urbem Aegyptios pepulit; deinde, simul ac castra posita sunt, victores per regionem discurrerunt ad agrorum populationem: cuncta a Graecis rapiebantur, quoniam bona civium relicta erant. Sed Mazaces satrapes Aegyptius, quamquam cognoverat animos territos suorum hominum propter malum proelium, tamen ostentavit Graecos incautos victoriae iduciā: ex urbe repente erupit cum militibus et cuncta bona recuperavit, deinde, consilio callido, viros inimicos oppetivit: cuncti cum duce occisi sunt. Sic Amynta dedit poenas, quia Alexandrum tradiderat.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.124 n.29 – Curzio Rufo

Aminta aveva disertato (passando) da Alessandro Magno ai Persiani e con molti Greci delatori di Alessandro era arrivato a Tripoli, città Fenicia in Siria; da lì trasferì a Cipro dei soldati con le navi e poi, appena fu fornita una occasione, si diresse via mare in Egitto. Dopo che con un discorso intenso e pieno di coraggio e di fiducia i soldati furono incitati da Aminta al combattimento, con grande velocità furono condotti all’ingresso di Pelusio. Non appena Pelusio fu espugnata, il comandante portò le truppe a Menfi; per la notizia gli Egizi, popolo frivolo e desideroso di novità, accorsero dai villaggi e dalle città per l’abbattimento dei presidi nemici, poiché, sebbene fossero spaventati, tuttavia avevano deciso di non consegnare la patria ai nemici e di difenderla con tutte le forze. Ma Aminta, dopo ave vinto in combattimento, respinse gli Egizi in città; poi, non appena fu posto l’accampamento, i vincitori andarono qua e là per la regione per il saccheggio dei campi: tutte le cose erano depredate dai Greci, poiché i beni dei cittadini erano stati abbandonati. Ma il satrapo egizio Mazace, sebbene avesse visto gli animi spaventati dei suoi uomini per il combattimento nefasto, tuttavia dimostrò i Greci incauti per la fiducia della vittoria: velocemente si precipitò fuori dalla città con i soldati e recuperò tutti i beni, poi, con un astuto piano, affrontò gli uomini nemici: furono tutti uccisi assieme al comandante. Così Aminta scontò la pena, poiché aveva lasciato Alessandro.