Vicende della prima guerra punica
L. Manlio Vulsone M. Atilio Regolo consulibus, contra Hamilcarem, Carthaginiensium ducem, in mari pugnatum est, victusque est. Tum L. Manlius ab Africa discessit et viginti septem milia captivorum in Italiam reduxit. Atilius Regulus, per finitimas regiones iter faciens, ad hostes pervenit, ibique, contra tres eorum duces dimicans, victor fuit: decem et octo milia Carthaginiensium cecidit, septuaginta quattuor civitates in fidem accepit. At non multo post, Carthaginienses, auxilio Lacedaemoniorum, Romanos ultima pernicie profligaverunt, ex qua duo milia tantum Romanorum refugerunt. Regulus ipse in catenas coniectus est. Deinde, vero, cum a trliquis Romanorum ducibus Carthaginienses ingentes clades accepissent, Regulum in Italiam miserunt ut pacem a Romanis obtineret ac permutationem captivorum caceret. Sed ille, ut primum de navi egressus est, inductus in senatum, hortatus est ne pax cum Poenis fieret dicens illos, fractos tot casibus, spem nullam habere. Regressus inde ad Africam, atrocissimis suppliciis exstinctus est.
Ad Limina (2) – Pag.135
Sotto il comando dei consoli L. Manlio Vulsone e M. Attilio Regolo, si combatté in mare contro Amilcare, comandante dei Cartaginesi e lo stesso venne sconfitto. Allora L. Manlio lasciò l’Africa e ritornò in Italia con ventisettemila prigionieri. Attilio Regolo, viaggiando per i territori limitrofi, giunse in prossimità dei nemici e qui, combattendo con tre loro comandanti, risultò vincitore: uccise diciottomila Cartaginesi e accolse sotto la protezione di Roma settantaquattro città. Ma, non molto tempo dopo, i Cartaginesi, con l’aiuto degli Spartani, sconfissero i Romani nella peggiore disfatta, alla quale sfuggirono soltanto duemila Romani. Lo stesso Attilio Regolo fu imprigionato in catene. Poi, invece, poiché gli altri comandanti romani avevano inferto ai Cartaginesi numerose sconfitte, (i Cartaginesi) mandarono Attilio Regolo in Italia perché ottenesse la pace dai Romani e facesse lo scambio dei prigionieri. Ma egli, appena sbarcato e condotto in senato, lo esortò a non trattare la pace con i Cartaginesi affermando che quelli, abbattuti da tante sconfitte, non avevano alcuna speranza. Quindi ritornato in Africa, morì tra atroci torture.
