De Biturgium legatione
Caesar militibus pro tanto labore ac patientia, qui brumalibus diebus itineribus difficillimis, frigoribus intolerandis studiosissime permanserant in labore, ducenos sestertios, centurionibus tot milia nummum praedae nomine condonanda pollicetur legionibusque in hiberna remissis ipse se recipit Bibracte. Ibi cum ius diceret, Bituriges ad eum legatos mittunt auxilium petitum contra Carnutes, quos intulisse bellum sibi querebantur. Qua re cognita, cum dies non amplius decem et octo in hibernis esset moratus, legiones XIV et VI ex hibernis ab Arare educit: ita cum duabus legionibus ad persequendos Carnutes proficiscitur. Cum fama exercitus ad hostes esset perlata, calamitate ceterorum ducti Carnutes desertis vicis oppidisque, quae tolerandae hiemis causa constitutis repente exiguis ad necessitatem aedificiis incolebant (nuper enim devicti complura oppida dimiserant), dispersi profugiunt. Caesar erumpentes eo maxime tempore acerrimas tempestates cum subire milites nollet, in oppido Carnutum Cenabo castra ponit.
Cesare
Ai soldati, che avevano persistito nella fatica con grandissimo impegno nelle giornate invernali in strade assai disagevoli e con freddi insopportabili, Cesare promette, da concedere in dono a titolo di bottino, per la tanto grande fatica e sopportazione, duecento sesterzi a testa, ai centurioni mille e, dopo che ebbe rispedito le legioni nei quartieri invernali, egli stesso si ritirò a Bibracte. Mentre lì amministrava la giustizia, i Biturigi gli mandano ambasciatori per chiedere aiuto contro i Carnuti, che lamentavano aver portato loro guerra. Appresa questa cosa, dopo essersi trattenuto nei quartieri invernali non più di diciotto giorni, fece uscire la quattordicesima e la sesta legione dai quartieri invernali sull’Arar: così partì con due legioni all’inseguimento dei Carnuti. Essendo la notizia dell’esercito giunta ai nemici, i Carnuti, spinti dalla sciagura degli altri, abbandonati i villaggi e le città, che abitavano dopo aver allestito all’improvviso piccole abitazioni per sopportare il freddo (infatti, essendo stati sconfitti, avevano da poco perduto parecchie città), fuggirono sparpagliati. Cesare, poiché non voleva che i soldati affrontassero le bufere, che si manifestavano all’improvviso soprattutto in quel periodo, pose l’accampamento a Cenabo, città dei Carnuti.
