Valore di due fratelli nel combattimento contro i Germani

Germani, ubi primum Caesaris equitatum conspexerunt, impetu facto celeriter nostros perturbaverunt. Rursus nostrisresistentibus, consuetudine sua illi ad pedes desiluerunt et, suffossis equis nostrisque deiectis, manus conseruerunt. Multi nostrorum citato gradu terga verterunt et in fugam se dederunt. In illo proelio multi ex equitibus nostris interfecti sunt et in his Piso Aquitanus, fortis vir, cuius (“del quale”) avus in civitate sua regnum obtinuerat et amicus a senatu Romano appellatus erat. Hic fratri ab hostibus intercluso auxilium praebuit illumque e periculo eripuit, sed ipse (“egli stesso”, nom.) equo vulnerato deiectus et ab hostibus circumventus, multis vulneribus acceptis, cecidit. Sed frater eius, ubi primum illius casum animadvertit, incitato equo magna vi contra hostes impetum fecit et acriter pugnans confossus est.

Cesare

I Germani, non appena scorsero la cavalleria di Cesare, sferrato l’attacco, rapidamente scompigliarono i nostri. Poiché i nostri tenevano testa a propria volta, quelli, secondo la loro consuetudine, misero i piedi a terra (da cavallo) e, infilzati da sotto i cavalli e disarcionati i nostri, vennero alle mani. Molti dei nostri, affrettato il passo, si voltarono e si diedero alla fuga. In quel combattimento molti dei nostri cavalieri furono uccisi e tra questi l’Aquitano Pisone, uomo valoroso, il cui avo aveva ottenuto la sovranità nella sua città ed era stato definito amico dal senato Romano. Costui diede aiuto al fratello accerchiato dai nemici e lo tirò fuori dal pericolo, ma egli stesso, disarcionato dal cavallo ferito e circondato dai nemici, riportate molte ferite, morì. Ma suo fratello, non appena si accorse della sorte di quello, spronato il cavallo, fece impeto contro i nemici con grande vigore e fu trafitto mentre combatteva accanitamente.